Il Prof. Sergio Pecorelli ha partecipato ai primi studi clinici del vaccino anti-HPV e nel 2019 ha ricevuto il premio internazionale alla carriera per l’avanzamento delle conoscenze sui tumori della donna. Un importante riconoscimento che conferma l’impegno profuso negli anni per diffondere la cultura del vaccino contro l’HPV, l’importanza di una corretta informazione alle famiglie e per l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole per i ragazzi in giovanissima età.
La mancanza di una adeguata prevenzione porta gravi conseguenze sulla salute dell’individuo. L’importanza del vaccino contro l’HPV.
Ci sono più di cento tipi di papilloma virus e due di questi causano la gran parte dei condilomi genitali, ovvero la più frequente patologia sessualmente trasmessa. Per quanto riguarda i tumori causati dall’HPV rappresentano il 56% di tutti i tumori causati da un agente infettivo e i casi di tumore maligno causati ogni anno dall’HPV nel mondo sono poco meno di 700mila. Il carcinoma della cervice uterina è quello più conosciuto da questo punto di vista, un tumore presente in tutto il mondo: colpisce circa 600mila persone ogni anno, causando più di 300mila morti (50%) e rappresenta il 6,5% dei tumori femminili, che oggi sono poco più di 9 milioni.
Nei casi in cui è stato somministrato un alto numero di vaccinazioni, come in Australia, la riduzione dei tumori pre-invasivi (perché di solito i tumori invasivi si manifestano dopo i 40 o 50 anni) sono diminuiti drasticamente, soprattutto nella popolazione più giovane.
In Italia il numero dei vaccinati è ancora basso. In particolar modo, durante la pandemia, si è passati da un 67% di vaccinati (età 11 anni) al 40%. Possiamo dunque dedurre che una percentuale enorme di ragazzini adolescenti non è stata vaccinata.
La vaccinazione contro l’Hpv è stata introdotta in Italia nel 2006 ed è entrata a far parte del piano vaccinale nazionale (PNV). Oggi vi è un vaccino nona-valente che riesce a coprire fino a circa il 90% il rischio di carcinoma al collo dell’utero, perché copre 7 tipi virali che possono causare il carcinoma, e due che causano condilomi. Protegge non solo dal tumore del collo dell’utero, ma anche da quello di ano, vagina, e dai cosiddetti tumori testa-collo, cioè della lingua e del cavo faringeo.
Il vaccino HPV è percepito come un vaccino femminile? Gli uomini si vaccinano?
Purtroppo all’inizio della campagna vaccinale si è parlato solo di donne e di cervico carcinoma. Fortunatamente la comunicazione nel tempo è cambiata. Oggi infatti parliamo correttamente di un vaccino indirizzato a entrambi i sessi, in quanto l’infezione si acquisisce al 99,9% dai rapporti sessuali, sia eterossessuali sia omosessuali. Nel maschio abbiamo il tumore dell’ano e i tumori testa collo, che si manifestano in maniera più frequente rispetto alle donne. Questo tipo di tumore deriva dai rapporti orali per questo è fondamentale che entrambi i sessi ricevano il vaccino.
È importante riuscire a far comprendere che la sessualità fa parte della nostra vita, che la prevenzione di una malattia importante come un tumore o i condilomi è assolutamente fondamentale.
Quando a Brescia abbiamo sviluppato una campagna di prevenzione nelle scuole medie, rivolta a 5000 studenti, il risultato ottenuto è stato incredibile: il 97% dei ragazzi/e si è vaccinato contro l’abituale 67%.
Per questo motivo sarebbe opportuno ripetere l’esperienza, nonostante la reticenza di alcuni genitori a parlare di sesso. Un problema che però è culturale.
Nel grafico a sinistra: ragazzi vaccinati prima e dopo la campagna di prevenzione