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Dal quadro epidemiologico alla nascita della campagna

La campagna #regalatevilasalute nasce a Brescia grazie all’iniziativa del Dott. Carlo Gastaldi, che nel corso degli anni ha dedicato particolare attenzione al virus dell’HPV, analizzando i numeri dei contagi e studiando l’evolversi del quadro epidemiologico a livello internazionale. In particolare il Dott. Gastaldi ha approfondito il caso virtuoso dell’Australia, che grazie al vaccino HPV ha quasi debellato i casi di tumore da papilloma virus e che proprio alla luce degli straordinari risultati raggiunti, ha ispirato la campagna di sensibilizzazione avviata insieme al board scientifico.

Il virus dell’HPV interessa sia l’uomo che la donna.

Il caso virtuoso dell’Australia ha dimostrato che la prevenzione gioca un ruolo fondamentale per contrastare le malattie a trasmissione sessuale. Anche in Italia abbiamo una campagna vaccinale per le donne nella fascia 12-18 anni ma in Australia già nel 2007 il Governo Federale aveva iniziato a offrire un vaccino gratuito alle dodicenni estendendolo poi nel 2013 anche ai coetanei maschi. Nel 2016, il 78% delle ragazze e circa il 73% dei ragazzi erano coperti da vaccinazione da HPV e il tasso di HPV nelle donne tra i 18 e i 24 anni è passato dal 22.7% all’1.1%. Una variazione sorprendente. Lo studio australiano ha messo in evidenza non solo una netta riduzione dell’incidenza dei tumori vaccinando anche il maschio, ma ha dimostrato che se si continuerà con i programmi di screening, il tumore al collo dell’utero in 10/15 anni potrebbe scomparire o comunque diventare raro.

Perché fare una vaccinazione anche nei ragazzi.

Circa il 73% degli uomini con l’età media tra i 25 e 35 anni contrarrà una infezione da HPV. Nella maggior parte dei casi l’infezione avrà una risoluzione spontanea, ma in un limitato altro numero di casi potrà portare a infezioni genitali croniche, come tumore oro faringeo o altre patologie HPV associate. La vaccinazione dell’uomo, inoltre, è importante perché protegge anche la donna, come dimostrato soprattutto dallo studio australiano, che ha a sua volta fatto scaturire una campagna volta a promuovere la vaccinazione in entrambi i sessi. 

In Italia, nella donna ogni anno si verificano circa 3.500 nuovi casi di carcinoma del collo dell’utero, correlati al virus dell’HPV e il carcinoma della cervice è al 9°posto per incidenza, rappresenta quindi il 2% di incidenza dopo il tumore seno, colon retto, polmone, tiroide endometrio e ovaie.

“È importante comunque sottolineare che in Italia il tasso di incidenza del tumore cervicale ha avuto una notevole riduzione dal 1980 ad oggi e questa riduzione è legata innanzitutto all’uso preventivo dei programmi di screening cervicale, come il pap test e progressivamente anche dall’introduzione delle campagne vaccinali. Tuttavia attualmente ogni anno nel mondo circa mezzo milione di pazienti sviluppano questo tipo di tumore e circa la metà muore per tale patologia” – afferma il Dott. Carlo Gastaldi, Direttore dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’Istituto Clinico Città di Brescia, Gruppo San Donato. 

Focus donna

Silvia Bonetti